top of page
  • Immagine del redattore~Vate

25 Aprile: Liberazione o Occupazione?


Sia che si parli di "liberazione" che di "occupazione", si resta in qualche modo nel giusto e nello sbagliato allo stesso tempo. Perché se è vero che l'Italia è stata "liberata" dall'oppressione (o presunta tale) della guerra e del totalitarismo, il Bel Paese è stato anche occupato (da qui, "occupazione") dagli statunitensi, che ne hanno fatto una colonia militare oltreoceano, come il resto d'Europa sostanzialmente, (in principio) in funzione antisovietica.

Tuttavia ciò che si ricordano oggi sono gli avvenimenti della Seconda guerra mondiale, in particolare della guerra civile italiana del 1943-1945.

Tutto iniziò con la caduta di Mussolini e del fascismo, il 25 Luglio. Sfiduciato dall'ordine del giorno Grandi, il Duce venne poi arrestato dal Re, che nominò Badoglio Capo del Governo. Tutto questo mentre gli Alleati stavano invadendo l'Italia e attaccando la Sicilia. Infatti a Luglio iniziarono i primi sbarchi Alleati in Italia e il Regio Esercito, seppur in difficoltà, era chiamato a difendere la propria terra.

All'epoca molti italiani erano stremati dalla guerra e dai bombardamenti che avevano colpito le città italiane in quei giorni, e pensavano che la destituzione di Mussolini avrebbe posto fine ai combattimenti, così fu inizialmente accolta favorevolmente. Tuttavia Badoglio, alle ore 22:45 del 25 Luglio, nel suo primo discorso alla Nazione disse: "la guerra continua e l'Italia resta fedele alla parola data... chiunque turbi l'ordine pubblico sarà inesorabilmente colpito". Badoglio instaurò un governo tipicamente militare, in cui chiunque avesse ostacolato el istituzioni sarebbe stato passato per le armi.

Con buona pace di chi voleva che la guerra terminasse: non solo continuò, ma non cambiò sostanzialmente nulla, tant'è che i tedeschi scesero in Italia ad aiutare l'alleato in difficoltà, per respingere gli Alleati da quello che era considerato il "ventre molle" dell'Asse.

Questo fino all'8 Settembre, data in cui fu ufficializzato l'armistizio di Cassibile: il Regno d'Italia si arrendeva agli Alleati. Senza consultare i tedeschi, ovviamente, violando il Patto d'Acciaio (art. 5: Le Parti contraenti si obbligano fin da ora, nel caso di una guerra condotta insieme, a non concludere armistizi e paci se non di pieno accordo fra loro.).

Così sorse il problema della reazione dei tedeschi, alleati fino al giorno prima e ora improvvisamente diventati nemici. I tedeschi, in effetti, si trovavano già in Italia con molte unità militari e fino al 7 Settembre avevano combattuto insieme agli italiani. La loro reazione quale sarebbe stata? Era scontato che non si sarebbero arresi e che avrebbero continuato a combattere.

Di conseguenza, quello che fu firmato per porre fine alla guerra, si rivelò un armistizio che la fece continuare ancora di più, massacrando e dividendo ulteriormente l'Italia e gli italiani. Infatti, se da un lato dopo il 25 Luglio iniziarono a riorganizzarsi ufficialmente i partiti sciolti dal regime fascista e dopo l'8 Settembre iniziarono ad organizzarsi le componenti antifasciste, con la fondazione del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) il 9 Settembre, c'erano anche dall'altro lato gli italiani che non volevano arrendersi e che volevano continuare a combattere contro gli Alleati. Molti di questi ultimi aderirono alla Repubblica Sociale Italiana (RSI), fondata da Mussolini il 23 Settembre con l'aiuto dei tedeschi, che nel frattempo lo avevano liberato.

E così la guerra continuò. Senza citare i crimini commessi da ambo le parti e le motivazioni o giustificazioni che si possono dare in favore dell'una e dell'altra causa durante la guerra, con un salto temporale arriviamo al 25 Aprile 1945. "Liberata" Milano, Sandro Pertini annunciò l'insurrezione generale contro i tedeschi nelle zone che ancora erano da loro "occupate", e da questa giornata si ricorda la "liberazione".

Analizzando da un punto di vista il più oggettivo possibile, tuttavia, emerge come effettivamente non sia stata una vera e propria liberazione: basti pensare alle migliaia di cittadini italiani che combatterono dall'altra parte. Anche loro combatterono per liberare l'Italia, ma dagli Alleati. Tralasciando l'opera di esaltazione (ingiustificata o meno) della Resistenza durante il dopoguerra, è evidente come il 25 Aprile sia una festa divisiva e per nulla inclusiva dell'Unità nazionale. Non è stata sicuramente una "prosecuzione" in qualche modo del Risorgimento, né, di fatto, i partigiani italiani hanno "liberato" da soli il Paese.

Inoltre, per parlare di liberazione occorrerebbe essere occupati da qualcuno, ma, come osservato in precedenza, i tedeschi non occuparono l'Italia: erano già in Italia a combattere contro gli Alleati, e, dopo l'8 Settembre, semplicemente rafforzarono le loro posizioni per evitare che il (loro) nemico dilagasse in Europa da Sud. Dal punto di vista dell'Asse, dunque, è chiaro che gli invasori fossero gli angloamericani, perciò la loro vittoria ha significato un'occupazione del territorio italiano, più che una liberazione.

Come accade spesso, la verità sta nel mezzo. Anzi, forse, non esiste neanche su argomenti così controversi. Tuttavia istituire una festa nazionale su un tema del genere, è senz'altro un colpo pesante all'Unità nazionale.

Ciò che è certo è, dunque, che con l'armistizio fu creata una frattura insanabile interna al popolo italiano, nella contrapposizione tra fascisti e antifascisti che, anche dopo la guerra, sarà viva ed accesa, sfociando negli "anni di piombo" e ancora oggi, seppur in misura limitata e completamente differente, tiene acceso il dibattito politico.

90 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

©2020 di Regio Studio Storico. Creato con Wix.com

bottom of page