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Le origini della Contea di Savoia e Umberto I "Biancamano"(980-1047)

L'origine dell'autorità della famiglia sabauda non fu molto dissimile da quella di altri casati dell'aristocrazia medioevale. Il capostipite della dinastia sabauda fu Umberto I "Biancamano", la sua origine è semi-sconosciuta, si pensa sia nato tra il 970 e il 980. Secondo lo storico Luigi Cibrario era il secondogenito di Ottone Guglielmo, conte dell'Alta Borgogna, secondo altri era il figlio di un certo Amedeo, conte dell'Alto Viennense, in altri alberi genealogici viene fatto discendere da un conte di nome Beroldo. L'ipotesi è più che mai fantasiosa e si basa sul ritrovamento di una lapide presso l'abbazia di Hautecombe nella quale compariva la scritta: "Beroldus comes". Il fatto in Savoia vi sia stato in precedenza un conte di nome Beroldo non è indice di un legame di un legame con Umberto, anche perché, in epoca carolingia i conti erano dei funzionari imperiali, potevano essere trasferiti e non trasmettevano titolarità di alcun genere ai loro discendenti.

Si può solo affermare che probabilmente era di origine borgognona. Il suo nome comparve in un documento datato 26 gennaio dell'anno 1000; presumibilmente governava, per conto del re di Borgogna, Rodolfo III, diversi castelli del viennense. Alla morte del re, Umberto I si schierò a favore della vedova, Emengarda, contro il pretendente Oddone di Champagne. Accompagnò la regina presso l'imperatore Corrado III il Salico per consegnargli il trono della Borgogna. Per contrastare le pretese di Oddone, l'imperatore gli conferì il comando di un'armata costituita da soldati inviati dal marchese di Canossa e dal vescovo. Sotto la sua guida le forze imperiali ottennero una netta vittoria.

L'imperatore, per i suoi servigi, gli conferì il titolo di conte e la sovranità della Savoia centrale, della Moriana, della Tarantasia, della Valle d'Aosta e di altre terre lungo il Rodano. Nasceva una nuova entità nazionale inserita negli stati dell'Impero.

Per effetto delle concessioni imperiali, Umberto potè esercitare il controllo sui valichi alpini del Moncenisio e del Piccolo San Bernardo.

Mercanti e pellegrini che dovevano valicare le Alpi, per entrare nella pianura padana, potevano usufruire dei passi solo con il suo consenso. Avere il controllo di quei valichi, significava sovrintendere i traffici e, attraverso di essi, si potevano imporre pedaggi per il transito, gestire locande e offrire servizi ai viaggiatori. Ciò comportò enormi vantaggi a favore di un territorio privo di risorse economiche, a causa di un'agricoltura povera, tipica delle zone di montagna; inoltre avere la possibilità di bloccare i valichi con sbarramenti militari, e quindi favorire il passaggio solo a eserciti disposti a concedere favori e possessi feudali, costituì la vera forza della nascente dinastia dei Savoia, che seppe fondare un particolare Stato di passo e giocare con disinvoltura tutte le opportunità diplomatiche che questo possesso garantiva.

Verso la fine del X secolo, Umberto si insediò nel castello di Charbonnières, situato in posizione dominante sulla città di Aiguebelle che fu dunque la prima capitale della contea.

Umberto I sposò una certa Ancilla, di cui si conosce poco o nulla, forse Ancilla d'Aosta o di Nyon. Dal matrimonio nacquero quattro figli: il primogenito fu Amedeo (I), del quale si persero le tracce nel 1051, a cui seguì Bucardo, vescovo di Aosta, poi Aimone, vescovo di Sion e infine Oddone che sarà il continuatore della dinastia. Non si hanno notizie di eventuali figlie.

L'ultima documentazione riguardante la vita di Umberto risale al 1° luglio di un anno compreso tra il 1048 e il 1050 ed è riportata in uno scritto redatto da un monaco di Taloires nel quale si legge: "È morto Umberto l'amico nostro".

Fu un grande protagonista del suo tempo, apprezzato presso la corte imperiale e più volte chiamato come arbitro per dipanare o dare pareri su questioni d'ordine politico o economico che interessavano gli stessi imperatori, le casate più illustri, le corti vescovili.

Gli succedette il primogenito Amedeo I


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